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il sublime rovesciato: comico umorismo e affini

Copertina Numero 17

 ottobre 2018

Segnalazioni

Alessandro Pagani

Io mi libro

Segnalato da Barbara Ricci

96 rue de-La-Fontaine, Torino, 2018

La casa editrice 96, rue de-La-Fontaine è nata nel 2015. Il nome è l’indirizzo della casa dove è nato Marcel Proust. La casa è stata demolita, quindi all’indirizzo non c’è niente da vedere, ma, dicono i fondatori, è l’opera di Marcel Proust che conta… l’indirizzo è solo un enigmatico richiamo. La collana in cui è stato pubblicato il libro di Alessandro Pagani si chiama Il lato inesplorato e trae il proprio nome da una citazione di Flaubert: «In ogni cosa c’è un lato inesplorato […] la minima cosa contiene un punto di ignoto». È il giusto contesto per Io mi libro che contiene 500 freddure numerate, qualche pagina di considerazioni umoristiche come le raccolte dei dieci (Dieci cose che non sai di me, Dieci buone scuse per camuffare il cinquantesimo compleanno, I dieci ossimori più belli, I dieci libri alternativi da portare in vacanza), I quindici piccoli indizi per una giornata no e infine Il piccolo racconto onirico.

L’inesplorato e l’ignoto qui sono il linguaggio corrente con la sua inesauribile capacità di combinazioni nuove. Le 500 freddure sono l’andar per il mondo a inventare scenari con la manipolazione della parola, soprattutto giocando con il banale quotidiano e con il comodo pregiudizio ricorrente. Si riconosce un filone interessante anche se minoritario della tradizione italiana e fra tutti citiamo solo Gino Patroni, autore del famosissimo Mensa popolare. Una zuppa di verdura ed è subito pera e di Crescete e mortificatevi. La vita è una malattia ereditaria.
Io mi libro comincia a librarsi e volare con la freddura n. 1: Un cinese che ride è una lacrima sul riso, per continuare con la n. 4: E come dissero i battuti, siamo nati per soffriggere o la n. 204: Nessuno capiva la lingua del reo confesso. È stato tradotto in carcere.

La deformazione linguistica è la protagonista assoluta: ritraduce il mondo per allargarlo e avviare metamorfosi una dentro l’altra come le bambole russe. C’è una logica sfuggente dietro la moltiplicazione delle prospettive, ma comunque è una logica ed è quella inerente ai meccanismi del linguaggio, che sono sempre un gioco. E il gioco smuove le rigidità espressive e psicologiche di varia natura. L’autore utilizza per esempio con gusto e con reiterata frequenza le analogie apparenti fra le parole, che sono in realtà solo assonanze, per costruire piccoli cortocircuiti di senso o potenziamenti di significato; come per esempio: «Perché uccidi dal lunedì al venerdì?»«Perché sono un ferial killer» (n. 290) oppure la n. 111: Attentato a Riyad. La rabbia saudita. Del resto, quando il Pop-corn è il tradimento conosciuto da tutti (n. 323), allora Dopo tutto, un amante è un compagno diletto (n. 360).

Si intuisce che Alessandro Pagani è anche un musicista, attualmente batterista e compositore del gruppo Stolen Apple. Lo si capisce dalle freddure che nascono anche per suggestione sonora, combinando suoni e fonemi, e rivelando così i falsi sinonimi delle parole depistanti una dentro l’altra. Sono le freddure forse più originali, anche se non immediatamente comprensibili. Fra gli esempi di questo filone la n. 16: Secondo la diocesi, Dio c’è, sì; la n. 97: «Questa stella cadente parla di noi due adesso» «Cioè?» «Me, te, ora»; la n. 117: «Un orologiaio ha fatto fuggire un ladro» «Colpendolo?»; la n. 153: «Mi si è infilato un moscerino nella narice, in setto nasale».

Nel racconto finale del libro il protagonista, anche se ha due ali per volare e lo spazio per farlo, a un certo punto ha nostalgia dei 60 mq corrispondenti alla sua abitazione. Come suggerisce la copertina del libro e un’intervista all’autore, le ali possono essere quelle della scrittura e della pratica umoristica, che è una necessità non indulgente, uno slancio complesso verso un paradigma ignoto.

E concludiamo con la freddura n. 500, quella finale: Le ultime parole famose? Se.