Paolo Zardi, nato a Padova nel 1970, è ingegnere e, come si legge nel suo blog “Grafemi“, ama gioiosamente scrivere. Ha pubblicato le raccolte di racconti Antropometria (2010), Il giorno che diventammo umani (2013), La gente non esiste (2019), il romanzo XXI secolo; alcuni suoi racconti sono usciti su “Primo Amore”, “Inutile” e “Nuovi Argomenti”.
L’ultimo amore di Aristotele è un racconto di Paolo Zardi, uscito nel marzo del 2018 su “La macchina sognante” e ripubblicato quest’anno nella raccolta La gente non esiste, per Neo Edizioni. Narra la storia di due studenti che si conoscono in un collegio: uno, il narratore, studia filosofia e legge Il Capitale, l’altro studia matematica e legge libricini di mistica fascista. Nasce così la competizione tra il filosofo, ateo militante, e il matematico, cattolico convinto. All’agonismo delle idee giovanili si sostituisce, con il tempo, la hybris che vedono uno nell’altro, quando già sono entrambi professori. Il matematico sposa una donna che incarna le idee della famiglia tradizionale, ma, dopo anni, sul giornale esce una notizia: un gruppo di suoi studenti fa circolare alcune foto in cui lui è nudo, legato a un letto, insieme a una specie di amazzone nuda con una frusta in mano. In quel gesto, e nella ripresa esplicita della storia di Fillis da parte dal narratore, c’è il senso del ridicolo: il ridicolo dell’amore e il ridicolo dell’amare da vecchio, che vengono accentuati dalle risate degli studenti che, secondo il matematico, non ridono per vendetta, ma perché il professore è appunto ridicolo e non dovrebbe innamorarsi a quell’età. Come in molti racconti di Paolo Zardi è la raffinata umanità dei personaggi ad affascinare. Il testo: L’ultimo amore di Aristotele