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il sublime rovesciato: comico umorismo e affini

Copertina Numero 03

 settembre 2011

Saggi e rassegne

Andrea Sani

Rinascimento jacovittesco

Tutti i salami di Jacovitti

Benito Jacovitti (Termoli, 9 marzo 1923 – Roma, 3 dicembre 1997) è il più originale autore italiano di fumetti umoristici del secondo dopoguerra. A parte le primissime avventure, ancora legate a qualche modello preesistente, la saga jacovittesca costituisce un caso a sé nella storia del Fumetto. Jacovitti è stato una vera e propria forza della natura: ha infatti realizzato centinaia di storie, inventandosi anche le sceneggiature, e spesso disegnando direttamente a penna le tavole originali, senza prima eseguire le matite.

Jacovitti iniziò la sua carriera nel 1939 a Firenze come disegnatore sul giornale umoristico “Il Brivido”, fondato nel 1925 e sopravvissuto fino al 1951, un foglio di poche pretese ma con alcuni collaboratori di tutto rispetto, fra cui il grande illustratore Piero Bernardini. Jacovitti passò poi al settimanale cattolico “Il Vittorioso”, al “Giorno dei Ragazzi” (supplemento settimanale del quotidiano “Il Giorno”) e al “Corriere dei Piccoli”, per approdare, in questa irresistibile escalation, all’autorevole rivista “Linus”, diretta da Oreste del Buono, con un’ultima incursione presso l’editore Sergio Bonelli nel 1997.

I tre ragazzi avventurosi Pippo, Pertica e Palla e il ladro “sfigato” Jak Mandolino (pubblicati sul “Vittorioso”), il giornalista-detective Tom Ficcanaso (apparso sul “Giorno dei Ragazzi”), Zorry Kid (la parodia di Zorro, pubblicato sul “Corriere dei Piccoli”), il buffo gangster Gionni Peppe (diffuso su “Linus”) sono solo alcuni dei moltissimi personaggi a fumetti creati dalla penna del cartoonist di Termoli, che si firmava disegnando una lisca di pesce, derivata – come sostiene l’autore – dal nomignolo che gli amici gli avevano affibbiato da giovane a causa della sua particolare magrezza. Famosissimi sono poi i “salami” di Jacovitti, disegnati qua e là in quasi tutte le vignette con funzione di mero riempitivo, senza alcun rapporto con lo svolgimento delle storie.

Jacovitti ha spaziato un po’ in tutti i generi dei comics: dalle avventure metropolitane alla fantascienza, al western, alle gangster stories. La sua creazione più famosa è comunque Cocco Bill (nato sul “Giorno dei Ragazzi” nel 1957), l’infallibile cow-boy che preferisce la camomilla al whisky, e le cui avventure hanno anticipato il western all’italiana di Sergio Leone. Le ultime storie di Cocco Bill sono apparse sul settimanale cattolico “Il Giornalino”, dove continuano a essere realizzate ancora oggi dal bravo Luca Salvagno.

Molti italiani che hanno attualmente fra i cinquanta e i settant’anni conoscono Jacovitti anche se non hanno mai letto una sua storia a fumetti. Infatti, il grande cartoonist ha accompagnato gli adolescenti persino nelle aule scolastiche, attraverso le annate di un celeberrimo diario scolastico, il “Diario Vitt”, al quale l’autore ha collaborato con le sue copertine e con le sue illustrazioni a piè di pagina dal 1950 fino al 1980. Soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, il “Diario Vitt” era praticamente l’unico diario nelle cartelle degli studenti, e quindi risulta noto a chiunque sia andato a scuola in quel periodo. Ogni edizione del “Diario” affrontava un tema particolare, general­mente legato all’attualità (Personaggi famosi; Scienza e tecnica, ecc.). Il volumetto del 1974-75, dedicato all’umorismo e all’arte di far ridere, getta luce sugli stessi meccanismi della comicità jacovittesca, mentre Isa Mogherini, ai testi, si rifà addirittura alle teorie del filosofo francese Henri Bergson dedicate al riso.

La nuova fortuna editoriale

Nel nuovo millennio, dopo la scomparsa dell’autore avvenuta nel 1997, le opere di Jacovitti vivono una nuova fortuna editoriale e sono presenti in tutte le librerie. Le edizioni Di (Castiglione del Lago, PG) hanno pubblicato due grandi albi cartonati a cura di Mauro Paganelli, dedicati al Don Chisciotte (2006) e al Pinocchio (2007) jacovitteschi, apparsi sul “Vittorioso” rispettivamente nel 1950 e nel 1946-47, mentre Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri (Viterbo) diffonde ogni anno corposi volumi curati da Gianni Brunoro con antologie tematiche dei fumetti di Tom Ficcanaso, di Cocco Bill o di Zorry Kid.

Dal 2006 fa bella mostra nelle librerie un grosso albo brossurato di 330 pagine dalla copertina rossa intitolato Gli anni d’oro del Diario Vitt (sempre edito da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri), raccontati dal giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi, a cura di Anna Saleppichi e con un’appendice dell’esperto fumettologo Gianni Brunoro. In questo volume di Stampa Alternativa, gli “anni d’oro” del mitico “Diario Vitt” sono ripercorsi attraverso i disegni di Jacovitti e alcuni dei testi dei vecchi volumetti, come quelli scritti dai grandi giornalisti Indro Montanelli (anno scolastico 1966-67) o Sergio Zavoli (anno scolastico 1967-68). Fa da controcanto il commento stilato oggi da Goffredo Fofi, che accompagna il lettore in questo viaggio nella memoria giocando sul filo del ricordo, dell’emozione e della nostalgia. Dedicato al celebre “Diario” è anche il numero 20 de I Classici del fumetto di Repubblica – Serie Oro, dal titolo, appunto, Jacovitti. Diario Vitt (2005).

Di Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri è poi il volume di Jacovitti Eia Eia Baccalà (2010), che ripubblica le storie jacovittesche del decennio 1940-50. Queste avventure umoristiche e satiriche rappresentano egregiamente la realtà storica, politica e sociale del nostro Paese in un’epoca di transizione che segna il passaggio dal fascismo alla democrazia, dalla monarchia alla repubblica, dal partito unico al pluralismo. L’opera, curata ancora una volta da Goffredo Fofi e Anna Saleppichi, con la postfazione di Gianni Brunoro, raccoglie anche alcune vignette della serie “I due compagni”, pubblicate sul settimanale politico-satirico “Il Travaso” dal 1947, e significativi manifesti disegnati da Jacovitti per le campagne elettorali della Democrazia Cristiana.

Nel 2010, Stampa Alternativa pubblica anche Jacorama. Il mondo surreale di un genio della comicità (2010), un nuovo albo gigantesco, di formato orizzontale, 28 x 38 cm, che raccoglie le famose “panoramiche” di Jacovitti. Le “panoramiche” sono i paginoni a colori de “Il Giorno” o della “Domenica del Corriere”, che i direttori di quei giornali mettevano a disposizione della vena inesauribile dell’autore. Jacovitti – mosso da horror vacui o, per meglio dire, da libido pleni – riempiva fino all’inverosimile queste tavole enormi con i suoi disegni surreali, che ogni volta erano dedicati a un avvenimento diverso, come il festival di Sanremo, Canzonissima, le festività natalizie o pasquali e le vacanze estive.

La struttura dei “paginoni” consiste in una specie di “ripresa” dall’alto, che descrive un insieme sterminato di persone dialoganti, mentre il leit-motiv umoristico è il nonsenso puro, il gusto sfrenato per l’assurdo, con punte di humour nero. Il registro comico di Jacovitti sfrutta i giochi di parole, la bizzarria ma anche il macabro e il grandguignolesco. Nelle “panoramiche” di Jacovitti, a Ferragosto anche le mucche girano con il cartello “Chiuso per ferie”; l’hula-hop ingrossa man mano che la sua proprietaria dimagrisce; un ciclista gonfia se stesso al posto del pneumatico; un goloso, invitato a “dare una forchettata anche a Pierino”, gli caccia la forchetta nell’occhio; il cupido assassino sbaglia freccia e accoppa l’innamorato; un padre intima al figliolo: “E spegni quella radio!”, perché l’apparecchio è effettivamente in fiamme; un signore con le gambe mozzate grida: “Volevo il pediluvio coi sali, non con gli acidi!”.

Come nota Daniele Barbieri, “non è certo la spettacolarità quella che conta (…) in queste immagini: l’essenziale è descrivere il maggior numero di eventi caratterizzanti nello stesso tempo. Se l’autore avesse infatti separato le scenette in tante vignette differenti, queste sarebbero state lette come tanti eventi successivi, mentre la contemporaneità che si ottiene in questo modo presenta le scenette come tutte insieme caratterizzanti un’unica situazione” (D. Barbieri, Il linguaggio del fumetto, Bompiani, 1991, p. 105).

Anche la Nicola Pesce Editore ha pubblicato delle panoramiche in bianco e nero di Jacovitti nel bel volume cartonato Jacovitti, Beppe & Co. (Roma, Nicola Pesce Editore, 2010) con prefazione di Gianni Brunoro. Il libro riprende, fra l’altro, le strisce autoconclusive di Giuseppe, pubblicate sul settimanale “L’Europeo” negli anni Settanta. “Se la vignetta rappresenta l’aspetto, per così dire, statico, sintetico e immediato dell’humour – scrive al riguardo lo jacovittologo Franco Bellacci – la striscia autoconclusiva ne rappresenta l’aspetto dinamico: una sorta di umorismo per fotogrammi, dove l’effetto comico è momentaneamente sospeso, rinviato da un quadretto al quadretto seguente, fino ad arrivare all’ultimo che svela la chiave comica dell’insieme. La striscia rappresenta anche il formato ideale per raccontare gag con personaggi fissi, dalle caratteristiche e ‘personalità’ tali da non trovare adeguata collocazione nelle storie a puntate”, sul modello dei Peanuts di Charles Monroe Schulz.

Quest’ultimo giudizio è tratto dalla monografia di F. Bellacci, L. Boschi, L. Gori e A. Sani, Jacovitti. Sessant’anni di surrealismo a fumetti, Roma, Nicola Pesce Editore, 2010 (pp. 290-92), di cui si è già parlato su “Fillide”. Si tratta di un saggio di oltre 350 pagine che fa il punto su tutta l’attività del Maestro di Termoli e sul suo linguaggio grafico e verbale. Il libro – ricco di illustrazioni anche rarissime e di un sedicesimo a colori – è risultato vincitore del premio A.N.A.F.I (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione) come migliore opera saggistica sui fumetti del 2010. La Nicola Pesce Editore pubblicherà presto anche nuove opere di Jacovitti, finora inedite in volume.

Interviste e tesi di laurea

Nella sua lunga carriera di autore di comics, Jacovitti ha rilasciato numerose interviste, prestandosi volentieri a raccontare particolari significativi della sua vita. Una delle più lunghe è appunto quella contenuta nel saggio di cui sopra della Nicola Pesce Editore, raccolta da Bellacci, Boschi, Gori e Sani durante una serie di incontri con il Maestro svoltisi nel 1990-92 a Vittoria Apuana (dove Jacovitti si recava in vacanza) e nella sua abitazione a Roma.

Mettendo insieme e ordinando cronologicamente tutte le varie interviste concesse da Jacovitti nel corso degli anni a numerosi appassionati e giornalisti, è stata pubblicata anche un’autobiografia “virtuale” del Maestro di Termoli, dal titolo Jacovitti. Autobiografia mai scritta (Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2011), curata da Antonio Cadoni, storico del fumetto e vice-presidente dello Jacovitti Club (un’associazione fondata nel 1993 dal fan Edgardo Colabelli). A coronamento delle vicende della vita di Jacovitti, ampiamente narrate con le parole dello stesso autore, nel libro sono proposte sei storie rappresentative dei sei decenni della sua attività artistica. Fra queste avventure, si segnalano due divertentissimi episodi gangsteristici pubblicati sul “Travaso”: Bobby Cianuro (1957), dieci pagine dedicate a un duro di Detroit che con la sua pistola “crea vedove e organizza orfani”, e Pasqualino Rififì (1958-59), esilarante parodia del film francese Rififi (1955), diretto da Jules Dassin.

Su Jacovitti, e con particolare riferimento alle sue versioni di Pinocchio, è stata scritta anche una tesi di laurea, discussa nell’Anno Accademico 2007-2008 presso l’Università degli Studi di Firenze. Si tratta di Le avventure di Collodi, Pinocchio, Jacovitti… Storia di tre burattini, Facoltà di Scienze della Formazione, corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria. L’autore è Alessandro Santi, che ha realizzato un’opera originale, frutto di approfondite ricerche, abbondantemente illustrata – anche con materiale inedito – redatta con una rara capacità di analizzare le immagini e di scoprirvi particolari che difficilmente appaiono a prima vista. Il lavoro costituisce senz’altro il più importante saggio sui tre Pinocchi jacovitteschi: le due versioni illustrate, edite dalla Casa Editrice La Scuola nel 1945 e dall’A.V.E. nel 1964, e la versione a fumetti, pubblicata nel 1946-47 sul “Vittorioso”.

In questa tesi di laurea è riportata un’opinione molto significativa di D. Volpi sul carattere “surrealista” dell’arte jacovittesca, che viene definita un “invito permanente a non sopravvalutare la realtà materiale, a non considerarla ‘seria’, ma a superarla con sempre nuove interpretazioni, siano pure l’ironia e la beffa, ma comunque a esserne insoddisfatti e a capire che bisogna cercare al di là (con la fantasia, con l’umorismo, con la fede…). Un invito a ‘vedere oltre’, con occhi nuovi e mente aperta, con il gusto del sorriso o con il graffio della satira. E comunque a non accontentarsi della piattezza e della standardizzazione” (D. Volpi, Jacovitti autore cristiano?, in A. Santi, Le avventure di Collodi, Pinocchio, Jacovitti…. Storia di tre burattini, cit., p. 383).

Contemporaneamente agli studi su Jacovitti e all’incessante riproposta delle sue opere, si moltiplicano le esposizioni dedicate alle tavole del Maestro di Termoli. Per esempio, Città di Castello ha dedicato una grande mostra a Jacovitti. Il Genio del Secolo, che si è svolta con notevole successo di pubblico dal 25 settembre al 17 ottobre del 2010 presso Palazzo Bufalini. Anche le nuove generazioni possono così conoscere il mondo “parallelo” di Jacovitti, che viola le leggi della logica ma conferma in pieno quelle dell’umorismo.

Il volume di Jacovitti edito dalla Nicola Pesce Editore intitolato Beppe & Co. (2010) con prefazione di Gianni Brunoro.

©Jacovitti