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il sublime rovesciato: comico umorismo e affini

Copertina Numero 12

 aprile 2016

Unterdenlauben/Bolzano e dintorni

Giulia Mirandola)

Bozen. Skizzen und Bilder

Questo progetto artistico è stato presentato il 15 maggio 2015 a Bolzano in occasione di Art May Sound 2015, in collaborazione con Goethe Institut, Biblioteca Civica di Bolzano e Biblioteca Firmian.

Postkarten-Cartoline è un programma artistico realizzato da Goethe Institut Italia (sede di Roma) e ideato per promuovere la cultura tedesca e italiana attraverso il linguaggio dell’illustrazione. Il progetto ha comportato fasi diverse di lavoro, che si sono sviluppate nell’arco del biennio 2014-2015. Il primo anno di svolgimento ha avuto come scopo la realizzazione di quattro residenze d’artista e ha interessato le città tedesche di Amburgo e Lipsia e le città italiane di Bolzano e Palermo. Dall’Italia sono partiti alla volta della Germania Alessandro Gottardo, in arte Shout, e Marta Jorio, mentre dalla Germania Aljoscha Blau e Katja Spitzer volavano in Italia. L’impegno di ciascuno, una volta giunti a destinazione, consisteva in un esercizio di osservazione e di documentazione sottile, volto a studiare la fisionomia dei luoghi, a scegliere le figure adatte a disegnare il ritratto di una città, a produrre repertori di appunti visivi concepiti per progettare un leporello dedicato espressamente alle mete raggiunte.

La scelta degli autori e delle città non è stata casuale. Amburgo, Lipsia, Palermo, Bolzano, sono punti sulla mappa d’Europa su cui nessuno, prima di questo progetto, si era fermato. In alcuni casi, l’invito mirava a provocare una forte consonanza tra l’artista e la città, in altri suggeriva il rapporto dialettico. La ricerca di un dialogo personale e intimo con gli abitati e gli abitanti, per quanto circostanziato a un tempo relativamente breve (tre settimane sul posto e sei mesi di elaborazione), ha accompagnato gli autori verso un metodo di narrazione basato sulla geografia e sulle possibili estensioni di questa scienza descrittiva al campo della scrittura visiva, fino ad arrivare alla stesura di un diario per immagini in forma di leporello.

Ho avuto il piacere di accompagnare gli autori nei loro viaggi. Ho potuto osservare da vicino il modo di guardare le cose di Gottardo, Jorio, Spitzer e Blau, intuendo dove avrebbero potuto condurre le loro immagini, una volta formate sulla carta. Esse sono state preannunciate da azioni e situazioni che non saremmo portati immediatamente ad associare a come disegniamo una città. Molto hanno contato, per esempio, argomenti di tipo pratico, che c’entrano appena con le ragioni di stile: la differenza tra spostarsi a piedi piuttosto che in battello, in taxi, in bicicletta, in funivia, in tram; mangiare al mercato oppure al ristorante; avvicinare le persone del posto oppure calarsi in un silenzioso osservatorio fatto di lunghe passeggiate solitarie.

Gottardo, Jorio, Spitzer, Blau, durante i loro soggiorni, sono stati protagonisti di incontri pubblici e conferenze accademiche che hanno coinvolto una pluralità di soggetti, tra cui Goethe Institut Palermo, Accademia di Belle Arti di Palermo, Libera Università di Bolzano, HAW di Amburgo, HGB di Lipsia. Paesaggi, condizioni atmosferiche, profumi, ricorrenze, compagnie, sono stati pure capitoli non secondari di questa indagine sui luoghi, alla quale invitano a partecipare le figure che troviamo in Postkarten-Cartoline.

Katja Spitzer è autrice di Bozen. Skizzen und Bilder e a Bolzano è stata ospite per due volte nel corso del progetto: la prima volta per studiare la città e condurre una conferenza all’università, la seconda volta per presentare Postkarten e per condurre un laboratorio all’interno di Art May Soud Festival 2015.

Katja è nata in Germania, in una piccola cittadina del Land Sassonia-Anhalt. Ha studiato a lungo prima di diventare illustratrice. Lavora per Nobrow Press, Flying Eye Books London, dtv, la collana “Die Tollen Hefte” di Büchergilde Gutenberg con cui nel 2014 esce Die seltsame Orchidee (testo di H. G. Wells). È vincitrice di “3 x 3 magazine of illustration Goldmedal”. Vive e lavora a Berlino.

La permanenza di Katja Spitzer nella città di Bolzano ha significato per l’artista l’approdo a un metodo insolito di lavorare ad un progetto editoriale, in cui la narrazione è la città stessa: una storia fissa, un elemento dato in partenza, sul quale possono avvenire infinite variazioni di contenuto, di forma, di stile. Per la città di Bolzano, questa operazione si è dimostrata l’occasione per incrociare possibilità inedite di racconto di quanto è rappresentativo del capoluogo altoatesino, secondo una modalità di comunicazione che fa leva sul linguaggio dell’illustrazione contemporanea. L’ospitalità di Katja Spitzer ha inoltre avuto la peculiarità di inserirsi armonicamente nel tessuto culturale della città, dando luogo a momenti di viva collaborazione con istituzioni e realtà culturali cittadine. Tra questi, un workshop presso la Facoltà di Design e Arte della Libera Università di Bolzano, l’inizio di un rapporto di collaborazione professionale con Associazione Culturale Lungomare e Studio Lupo&Burtscher, la connessione con Biblioteca Civica di Bolzano e con il festival Art May Sound.

Spitzer ha frequentato Bolzano in due periodi distinti, durante i quali sono avvenute esperienze differenti. Il primo viaggio ha coinciso con lo studio della città. Da dove si comincia, per raccontare Bolzano? A quali storie e immagini fare appello, quando l’immaginario di una illustratrice tedesca impatta con quello di una cultura unanimemente giudicata difficile da decifrare, perché segnata da innumerevoli stratificazioni? Non è tra gli obiettivi di Postkarten affermare identità territoriali. Il progetto ha invece molto a cuore la possibilità di suscitare domande sui luoghi in cui abitiamo, porre segni di interpunzione tra le cose che crediamo di conoscere da sempre e quelle che non riconosciamo più, perché implicite oppure nascoste oppure esibite in modo plateale e affatto vissute.

Nella “sua” Bolzano, Spitzer accoglie eventi cronologicamente distanti dal presente e accadimenti che coincidono con la data in cui lei ha disegnato. Il gesto di comunicare con le immagini e con le parole è da intendersi alla stregua di un motore: innesca una scarica di energia che produce movimento mentale, fisico, psicologico, emotivo. Disegnando, Katja Spitzer dialoga silenziosamente con alcuni soggetti che la circondano e che accendono la sua curiosità, sia all’aperto, sia tra le mura di musei, fondazioni, associazioni, negozi, edifici sacri, teatri. Spitzer prende appunti su un quaderno che alla fine del suo soggiorno sarà pieno di schizzi, ritagli, frasi. In Bozen. Skizzen und Bilder il paesaggio, la storia, la quotidianità, gli stereotipi, le persone, gli oggetti, il cibo, la danza

Un anno dopo la residenza artistica, Spitzer è tornata in città e ha condotto un workshop nel quartiere Firmian, ospite di Art May Sound Festival, di Biblioteca Civica di Bolzano e Biblioteca Firmian.

Katia Spitzer

In occasione dell’iniziativa i partecipanti sono stati invitati a disegnare un leporello. Questo nome curioso deriva dal catalogo piegato a fisarmonica che – appunto – Leporello, il servitore di Don Giovanni, portava sempre con sé per annotare le conquiste del suo padrone. Per le cartoline il formato ‘leporello’ è oggi quasi scomparso; anche per questo vi segnaliamo i leporelli creati per l’occasione dagli artisti Armin Barducci ed Eleonora Suri Bovo.

Armin Barducci, I piedi della gente

Eleonora Suri Bovo, Architetture

Link degli artisti

diariodeformato.blogspot.com

suriorangeblossom.it