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il sublime rovesciato: comico umorismo e affini

Copertina Numero 17

 ottobre 2018

Saggi e rassegne

Fabio Madonna

Era una notte buia e tempestosa

Snoopy scrive a macchina il suo eterno romanzo che inizia con la celebre frase «Era una notte buia e tempestosa», tratta dal racconto Paul Clifford (1830) di Edward Bulwer-Lytton: ci catapulta così nel mondo di Charles Schulz e dei suoi Peanuts che fino al 2000 – anno in cui è comparsa l’ultima striscia – non solo ci hanno raccontato le vicissitudine quotidiane di un gruppo di bambini di età compresa fra i 5 e i 6 anni, ma ci hanno anche permesso di conoscere una cultura e una società, quale quella degli U.S.A., anni luce distante da quella italiana. E non è un caso che nel momento in cui i traduttori dell’epoca si cimentarono a volerci far conoscere questo mondo fantastico delle Noccioline dovettero confrontarsi con una serie di problemi di traduzione che riguardavano tutti quegli aspetti culturali che non trovavano riscontro nella cultura italiana dell’epoca.

Dunque, come aggirare l’ostacolo? Come tradurre quelle espressioni, concetti, usanze che non avevano un corrispettivo italiano? Semplice: ricorrere a una serie di strategie traduttive che avrebbero permesso di poter far fronte a quelle diversità culturali esistenti tra gli U.S.A e l’Italia. Cerchiamo di approfondire tale questione prendendo in analisi alcune stripes dei Peanuts.

Nella strip 1. notiamo come i traduttori abbiano dovuto vestire i panni dei mediatori culturali, ricorrendo alla strategia traduttiva di adattamento con l’obiettivo di poter trasmettere nella lingua del testo di arrivo tutte quelle sfumature presenti nella lingua e nella cultura del testo di partenza. Nello specifico la prima vignetta presenta il sistema di valutazione statunitense con un range di voti che vanno dalla A – il voto più alto – alla F – il voto più basso – e come questo sia stato adattato al sistema di valutazione italiano che prevedeva un voto espresso in numeri. Inoltre, nella strip tradotta. tale adattamento ha fatto perdere totalmente quel misunderstandig di cui è stato vittima il povero Linus, creatosi con il «middle initial» – l’iniziale del secondo nome – ed il voto A. In quest’ultimo caso i traduttori, stravolgendo la traduzione, hanno spostato completamente l’attenzione dal «middle initial name» del preside alla firma di questi.

Nella strip 2. compare l’acronimo PTA che sta a indicare la Parents Teachers Association che negli U.S.A. ha la funzione di migliorare la comunicazione fra scuola e genitori, ma anche quella di organizzare eventi sociali, eventi benefici, iniziative che coinvolgono la scuola e le famiglie. In questo caso i traduttori decidono di omettere totalmente l’acronimo concentrandosi sul campo semantico a cui esso si riferisce, ossia la scuola, e, quindi, di avvalersi di una traduzione comunicativa, una traduzione il cui scopo fosse quello di produrre sul lettore italiano un effetto che fosse il più vicino possibile a quello ottenuto sul lettore del testo di partenza.

Ora la situazione si complica. Nella strip 3. Linus aspetta l’arrivo della «Great Pumpkin» – la zucca di Halloween – che i bambini statunitensi intagliano conferendole espressioni minacciose che imitano la zucca del leggendario Jack O’ Lantern costretto a vagare senza testa. Qui la traduzione è un po’ forzata in quanto tradurre «Great Pumpikin» con «Grande Cocomero» è ben lontano dal testo di partenza. Infatti, i traduttori optarono per una scelta traduttiva di tipo culturale: visto che nel 1959, anno in cui fu pubblicata la strip, il lettore italiano non aveva alcuna familiarità con la festa pagana di Halloween, scelsero un ortaggio che rimandasse alla cultura mediterranea del Bel Paese. Per questo il Grande Cocomero! Però, tale scelta ha fatto perdere ogni tipo di collegamento con la festa di Halloween che non incontrava alcun riscontro nella cultura, nella lingua e nella tradizione italiana, generando una perdita di significato.

Nelle stripes 3. e 4. abbiamo anche la celebre frase tipica della festa di Halloween: «Tric(s) or Treat(s)». Qui vediamo due possibili varianti di traduzione:

  • «dolcetto o scherzetto»
  • «la borsa o il malocchio».

In entrambe si mantiene quell’idea di minaccia, di scherzo o tranello che «Tric(s) or Treat(s)» vuole esprimere. Però, se alla base di una traduzione c’è l’intenzione di volersi avvicinare il più possibile al significato che si esprime nel testo di partenza dobbiamo considerare come più appropriata la traduzione «dolcetto o scherzetto» in quanto in essa permane il senso originale.

Per ultima una strip che mi ha fatto tanto ridere. Dunque, nella strip 5 alla domanda fatta a Linus da Lucy: «What did you put down under “family physician”?» Linus risponde, nel testo originale, «Dr. Seuss», mentre nella traduzione italiana abbiamo il «Dr. Kildare». In questo caso i traduttori hanno sostituito il «Dr. Seuss», noto autore statunitense di molti libri per bambini, con un altrettanto famoso personaggio di una serie televisiva molto in voga in Italia negli anni settanta: per l’appunto il Dr. Kildare interpretato da Richard Chamberlain.

Da queste analisi si comprende che, nel momento in cui un traduttore si accinge a tradurre un testo, ciò che si deve cercare di mantenere è quell’umorismo creato attraverso i giochi di parole. Per questo motivo i vari traduttori dei Peanuts hanno sempre operato scelte traduttologiche che tenessero conto delle varie differenze culturali e che fossero sempre orientate a mantenere quell’effetto che suscitavano nel lettore del testo di partenza. Sono intervenuti sul piano linguistico senza però cambiare il senso della storia, riuscendo a creare una traduzione il più possibile simile all’originale. E questo perché il fumetto è espressione di una cultura di massa ed è parte integrante del patrimonio culturale del paese che l’ha creato.

Bibliografia

ANDOLFO F. (2005-2006), I Peanuts: analisi di aspetti culturali e strategie traduttive nei fumetti di Schulz, tesi triennale, Università degli Studi di Trieste, rel. Silvia Campanini

ECO U. (2001), Apocalittici e integrati, Bompiani, Milano
NEWMARK P. (1981), Approaches to Translation, Pergamon Press, Oxford

NIDA E. (1964,) Toward a science of translating: with special reference to principles and procedures involved in Bible translating, E. J. Brill, Leiden

SCHULZ C. (2016), The Complete Peanuts 1950 to 2000, Fantagraphics Books, Seattle