logo fillide

il sublime rovesciato: comico umorismo e affini

Copertina Numero 03

 settembre 2011

Segnalazioni

Gennaro Di Biase, Antonio Delfini

Il comico tra teologia e finzione

Segnalato da Barbara Ricci

[Gennaro Di Biase, Antonio Delfini: il comico tra teologia e finzione, in “Intersezioni”, 1/2011, pp. 87-111, Il Mulino]

È un articolo brillante e dal ritmo serrato, molto espressivo nella libertà degli accostamenti e nell’intensità del linguaggio. La struttura delle argomentazioni, piuttosto complessa e non sempre lineare, riesce comunque convincente. Attraversando una serie di notevoli contributi teorici (Gaultier, Barthes, Bachtin, Agamben, Celati) l’autore arriva a definire una particolare qualità del comico e, nello specifico, quella di Antonio Delfini.

Il desiderio comico si situa[…]come situazione mentale di persistente indicibilità tra proprio e improprio[…]e il ridicolo emerge non dall’incongruenza tra l’idea che ci si fa di un oggetto e l’oggetto reale, ma al contrario dal pareggio tra atteso e inatteso riguardo a quell’oggetto[…]lo scoppio della risata tappa e dissimula un buco che segue l’allentarsi dell’attenzione intellettuale; rende indiscernibili il vero e il non vero nella lingua, approssima il senso dell’assurdo all’assurdo del senso. L’esistenza stessa dell’enunciato comico si regge sull’appiattimento di queste differenze, o meglio, sulla rivelazione dell’indifferenza. Il comico si rivela nel desiderio che mantiene la sua tensione nell’indifferenza[…]il gesto comico è lo stato di serpentina purezza nella maniera di guardare al modo con cui si edifica l’atto immaginativo, attraverso l’esibizione dell’inettitudine a fare, dell’abilitazione a non fare[…]comica è perciò la riduzione di sé.

Segnaliamo anche dello stesso autore l’articolo La lingua italiana contro il romanzo: Modena 1831 di Antonio Delfini, al link http://www.le-cercle.it/viewRubrica.php?id=18