[ Guido Spada, Pittori per l’impero. La cartolina al servizio della grande guerra, Compiano editore, Treviso 2014 ]
Numerose sono state le iniziative culturali ed editoriali che hanno accompagnato e stimolato in Italia la riflessione storica sulla Grande Guerra, di cui è ricorso il centenario. Fra di esse ne segnaliamo una che solo apparentemente può apparire marginale ma che in realtà, attraverso una prospettiva insolita, riesce a entrare nel cuore degli eventi.
È il caso del volume firmato da Guido Spada. Si tratta di un catalogo che raccoglie cartoline illustrate del primo conflitto mondiale: lo scopo è raccontare il drammatico inizio della nostra contemporaneità tramite il punto di vista politico e culturale dell’Impero austro-ungarico, in prossimità del suo sgretolamento. In questo drammatico frangente storico la cartolina svolge una importante funzione testimoniale; essa infatti si configurò come un potente strumento di comunicazione di massa che «arrivò proprio durante il primo conflitto mondiale al suo apice di produzione e circolazione, per poi subire un tracollo al finire dello stesso […]. Per questo ci sentiamo di affermare che esse rappresentano una delle fonti privilegiate per conoscere, comprendere e rappresentare un momento così importante della nostra storia passata e che ci ha segnato in modo profondo come la prima guerra mondiale» (SPADA, pp. 13-14).
Per farlo l’autore si affida alla sua vasta collezione di cartoline d’epoca e le suddivide in aree tematiche o geografiche quali, ad esempio, La vecchia Austria. Il Tirolo in guerra; La guerra marittima sulle coste del Mar Adriatico; Impero Germanico. Fra queste sezioni ne suggeriamo al lettore una particolarmente “fillidea”: è quella dedicata all’Umorismo d’autore. In essa sono raccolte cartoline satiriche, sia di origine austriaca che italiana, le quali avevano due scopi: o tenere alto il morale delle proprie truppe o fare propaganda contro il nemico. Sul fronte austriaco possiamo osservare le caricature degli alti ufficiali, edite nel 1914 dalla ditta Pietsch di Vienna, nella serie Azioni sul campo; su quello italiano, invece, le vignette pubblicate sulla rivista “L’Asino” oppure le cartoline facenti parte della serie La danza macabra europea (1915) di Alberto Martini.
Di grande spessore umoristico è anche la cartolina “pasquale”, riportata a pag. 148 e riprodotta in copertina; essa «trasforma delle uova pasquali in facce di sorridenti soldati della triplice alleanza»; ed ecco a partire da sinistra verso destra un «soldato austro-ungarico con il suo tipico copricapo, al centro un soldato germanico che indossa l’elemetto chiodato, a destra un combattente turco con il suo fez. Le figure sono caratterizzate da tre diversi baffi in voga all’epoca» (SPADA, p. 148).
Ed è sotto il sorriso di queste tre uova antropizzate che consigliamo di svolgere la lettura e l’apprezzamento delle cartoline raccolte in questo volume.