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il sublime rovesciato: comico umorismo e affini

Copertina Numero 13

 settembre 2016

Segnalazioni

Katia Fiorentino, Gino Severini

Pulcinella maschera del mondo

[ Katia Fiorentino, Gino Severini. Sezione Il mito, il sogno, la memoria del Novecento. Schede 10.22, 10.23, 10.24, 10.25, 10.26, 10.27, 10.28, in Pulcinella maschera del mondo. Pulcinella e le arti dal Cinquecento al Novecento, a cura di Franco Carmelo Greco, pp.426-428, Electa Napoli, 1990 ]

Si tratta del catalogo della mostra inaugurata a Napoli nel museo Diego Aragona Pignatelli Cortes nel novembre del 1990. Il materiale raccolto è vario e sorprendente e sta a dimostrare le molteplici identità che questa maschera riesce a interpretare nei secoli, non solo a Napoli, ma anche in tutta Europa. Abbiamo scelto di segnalare con il commento di Katia Fiorentino le opere di Gino Severini (1883-1966) pittore italiano che attraversa le avanguardie del Novecento e ritrae Pulcinella innumerevoli volte.

Maschere musicanti (1921-1922), affresco, Firenze, Castello di Montegufoni, scheda 10.20, p. 426

Tra il 1921 e il 1922 Severini fu impegnato nel suo primo ciclo decorativo affrescando le pareti di un piccolo ambiente situato in un castello toscano rinascimentale a Montegufoni. […] Il tema prescelto, molto in auge in ambito cubista, era quello delle Maschere della Commedia dell’Arte. Pulcinella vi appare rappresentato più volte sempre alle prese con vari strumenti musicali: il clarinetto, il violino e la chitarra. Dagli anni Venti in poi la maschera del Pulcinella, solitamente colta in atteggiamento malinconico e assorto, diviene uno dei motivi centrali della produzione pittorica del «terzo» periodo dell’artista, contraddistinto da una molteplicità di suggestioni: dal simbolismo al primitivismo, dalla metafisica al classicismo. […] La levità dei movimenti delle maschere e l’ambiente aperto, ravvivato da una singolare chiarezza di toni, conferisce al tutto un che di irreale, quasi di metafisico.

Les deux Pierrot (Les deux Polichinelle), olio su tela, cm 92×61, L’Aja, Gemeentemuseum, deposito van der Meulen, scheda 10.23, p. 426

Opera del 1922, da collocare nel clima degli affreschi di Montegufoni, da riguardarequasi come prova di bella calligrafia pittorica e assoluto rigore formale […]. Alla pulizia della linea e del disegno fa da contrappunto nel dipinto – come di consueto nell’artista – la nitidezza dei colori tersi, che fissano le immagini in un’ora senza tempo.

Les joueurs de cartes, olio su tavola, cm 75×100, Verona, Galleria dello Scudo, scheda 10.24, p.428

Rielaborazione della famosa opera di Cézanne «interpretata» dalle maschere della Commedia dell’Arte, il dipinto fu eseguito nel 1924 […]. «Rifare Cézanne con il numero e il compasso»: questo atteggiamento chiaramente espresso […] allinea il pittore al clima di rinnovamento del fare artistico promosso da Le Corbusier, attribuendo a Cézanne un confuso «intento volumetrico» basato sull’istinto anziché su precise regole di riferimento, che venivano considerate, già di per sé, garanzie di armonia.

La lezione di musica, olio su tela, cm 53×58, collezione privata, scheda 10.25, p.428

Il dipinto, uno studio per la Lezione di musica per casa Rosenberg, può tuttavia essere considerato opera autonoma, per l’uso di colori più smorzati e per gli accenti chiaroscurali, assenti nelle altre opere, dove invece prevale l’accentuazione delle superfici.

L’Equilibrista. Maschere e Rovine, olio su tela, Firenze, Banca Toscana, scheda 10.26, p.428

La maniera in cui sono pittoricamente rese le rovine archeologiche richiama l’attenzione di Severini per un’ambientazione realistica delle maschere […]. D’altra parte, la presenza dei Pulcinella (la maschera prevalente) o di altri personaggi in costume teatrale alleggerisce i ruderi dal senso di abbandono e di rovina del tempo trascorso, conferendo loro il sapore della provvisorietà di una scenografia teatrale, nell’ambito di una rappresentazione nella quale le maschere sono il contrappunto ironico e surreale. Non manca la strizzatina d’occhio ad altri esempi illustri […], le figure del pagliaccio di spalle, della donna sul pallone e del ragazzo che osserva, richiamano il mondo del circo del Picasso blu e rosa.

Orphée Chimerique, tempera su tavola, cm 64,5×103, Roma, Collezione Privata, scheda 10.27, p.428

Dipinta nel 1937 con tecnica grassa su tavola, l’opera si inquadra nell’attività di decoratore di Severini, che eseguì molti lavori di tal genere […] fino al 1942. Qui in mezzo a un fantastico bestiario appare la prediletta figura del Pulcinella/Pierrot, davvero l’alter ego dell’artista, chiamato novello Orfeo dalla garbata ironia, a domare con una corda di chitarra le ricorrenti insidie della vita. […] I motivi espressivi della composizione, volutamente semplificati, arieggiano il primitivismo della corrente novecentista di Garbari e di Usellini, ma […] si può pensare a Rousseau il Doganiere.

Odalisca e Pulcinella (O’ sole mio), olio su tela, cm 79×77, Roma, collezione privata, scheda 10.28, p,428

In un interno impreziosito da tende e parati damascati, il Pulcinella suona alla chitarra un motivo classico del patrimonio musicale napoletano, il cui titolo, «O’ sole mio», leggibile sul foglio al centro del dipinto, se ne distacca per diffondersi nell’ambiente, partecipe anch’esso del rutilante gioco delle immagini. La posa dell’odalisca è in realtà un abbandono attivo, essendo contraddetta dal movimento conferito alle membra della figura e dal suo stesso trattamento pittorico. […] È chiaro il riferimento a Matisse o, per certi aspetti, al cubismo sintetico di Picasso. […]