Paolo Bellezza fu sicuramente una figura di spicco nel panorama culturale lombardo a cavallo fra Ottocento e Novecento. Nel numero 8 di “Fillide” (aprile 2014) si trovano due articoli a lui dedicati. Il primo è di Luisa Bertolini e si occupa del testo Humour, un saggio in cui Bellezza analizza le forme e le figure dell’umorismo. Il secondo è di Barbara Ricci e racconta di un erudito scherzo costruito da Bellezza ai danni di Lombroso sulla presunta follia di Manzoni.
I discendenti di Paolo Bellezza, nella persona di Elena Magnini, ci segnalano di aver donato il suo archivio al Centro Nazionale Studi Manzoniani. Tra le carte più preziose e significative ci sono le stesure manoscritte di sue opere a stampa e un ricco complemento di saggi inediti. Di rilievo il corpus delle lettere a lui indirizzate da protagonisti, interpreti, testimoni della letteratura, della critica e del pensiero linguistico dalla fine dell’Ottocento agli anni Cinquanta del Novecento: tra gli altri, Graziadio Isaia Ascoli, Antonio Baldini, Giovanni Bertacchi, Camillo Boito, Filippo Crispolti, Benedetto Croce, Alessandro D’Ancona, Cesare De Lollis, Emilio De Marchi, Antonio Fogazzaro, Giovanni Galbiati, Arturo Graf, Carlo Linati, Alessandro Luzio, Attilio Momigliano, Ada Negri, Francesco Novati, Ugo Ojetti, Alfredo Panzini, Clemente Rebora, Rodolfo Renier, Vittorio Rossi, Carlo Salvioni, Antonio Stoppani.
Il Centro Nazionale Studi Manzoniani si augura che gli studiosi possano, utilizzando questa documentazione inedita, promuovere ricerche, anche con tesi di laurea, su Paolo Bellezza e il contesto culturale in cui ha operato. Così ci auguriamo anche noi.