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il sublime rovesciato: comico umorismo e affini

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La redazione accoglie la call proposta da Carlo Floris per racconti inediti (n. 27 - ottobre 2023)

Come Fillide portò in dote a Demofonte il suo regno, Fillide vi porta in dono quattro incipit. Sta a voi lasciarvi trasportare da queste poche righe e continuare a narrare.
La partecipazione è gratuita e non prevede compenso per l’eventuale pubblicazione.
La redazione di Fillide e l’autore degli incipit in concorso, cioè io, Carlo Floris, valuteremo tutti i racconti che invierete e ne sceglieremo uno per incipit. Questa selezione sarà pubblicata nel prossimo numero della rivista.

Come partecipare?

  • Ogni partecipante può inviare un solo racconto inedito per incipit
  • Ogni racconto deve essere di lunghezza massima di massimo 7000 caratteri
  • La scadenza per l’invio dei racconti è la mezzanotte del 31 agosto 2023
  • Il racconto deve essere inviato a redazione@fillide.it (indicare nome e cognome del partecipante nella mail, non nel file del testo)
  • Il racconto deve essere originale, mai pubblicato in qualsiasi forma (né in rivista né sui profili social, ecc)
Il sottoscritto autore degli incipit ringrazia in primis Fillide per aver abbracciato con entusiasmo la pazza idea e a voi tutti e tutte che le darete anima e corpo.

Incipit

Il manoscritto francescano
Mio fratello si era fatto frate che avevo appena compiuto dodici anni. Una vergogna assoluta. L’ho rinnegato per anni, tutti quelli del liceo e dell’università. Poi in qualche modo si cresce, e ci ho fatto pace, diciamo così. L’ho accettata, sta cosa. Ma poi d’improvviso, di punto in bianco. La chiamata, ha detto una sera a cena.
«Ho ricevuto la chiamata», aveva sussurrato mentre mamma portava a tavola il secondo. Nessuno l’ha cagato di pezza, quella sera c’erano le polpette al sugo. Allora lui l’ha ripetuto:
«Ho ricevuto la chiamata del Signore».
«Di chi?», aveva detto il babbo con le guance gonfie e le labbra sporche di sugo. «Quale signore?»
«Il Signore che è nei cieli»
Uno può anche ricevere chiamate, ma, a pensarci ora, com’è che parlava già come un frate?

Lo sfratto
Pierre Lafitte, di professione croupier, seduto sul letto della camera 601, osservava per l’ultima volta la stanza dove aveva vissuto negli ultimi 5 anni. La valigia, già fatta, stava all’ingresso, come un’amica che capisce il momento e sa che è giusto così. I due comodini ai lati del king size erano di legno comune, con due lampade dalla base quadrata, nera, che non aveva mai amato. Davanti a sé, lo specchio, e dentro lo specchio Pierre vedeva un uomo deciso, stanco ma risoluto, pronto a tutto. Quella era la notte che si sarebbe ricordato fino al suo ultimo respiro. Se tutto fosse andato come doveva andare, avrebbe cambiato vita. Spense la tv, voleva lasciare quella stanza in un silenzio immacolato. Calmare il battito del cuore. Tutto sarebbe andato bene. Tutto si sarebbe svolto come previsto. Si alzò, prese una Chesterfield dal pacchetto sopra la poltrona, l’accese e si avviò verso il suo destino. Con calma, con lucida consapevolezza. Chi non vorrebbe trovarsi nei panni di Pierre in questo momento? Non tutti abbiamo questi punti di svolta in cui sappiamo che la nostra vita, a breve, cambierà per sempre.

Sursum corda
E così si andò anche quella fredda mattina a veder impiccare la gente. Quanto ci dava gusto! Gli empi, i banditi, gentaglia che si meritava di oscillare al vento con una corda al collo. Ci andavamo anche il giorno dopo e quello dopo ancora, a vedere i corvi tirare la loro pellaccia e prender gli occhi. I bambini si divertivano da morire. Stavano tutti in gruppo a indovinare le storie dei pendagli da forca: quello ha ucciso la moglie, quell’altro ha rubato in banca, quell’altro è frocio, quell’altra è - ovviamente - una strega. Ma il giorno in cui comincia per davvero questa storia, capitò qualcosa che non so tuttora spiegare. Ho ricostruito tutto nei minimi dettagli, eppure non riesco ancora a venirne a capo. Perché a penzolare, in quella cupa sera di settembre, fu un solo essere umano, un uomo, accusato di vilipendio a Sua Maestà. E quando andarono via tutti, compresa mia moglie e i miei figli, in piazza restai solo io. E un gatto nero, sotto i piedi del padrone.

Tutto scorre
Un cappello in feltro di lana repellente di colore blu scuro dalla cupola con stiratura a goccia e fascia in gros-grain della stessa tinta torreggiava sopra il gruppetto di uomini all’uscita dal cinema. Sotto quel cappello, invisibile agli altri, ma nota a tutti, la pelata lucida del signor Gustavo, che teneva banco esprimendo la sua soddisfazione per quel film d’azione appena visto. Del Cohiba stretto tra i denti ne restavano da fumare circa 8 centimetri. Il cappotto di cammello gli arrivava ai polpacci, lo teneva aperto sopra le spalle, senza indossarlo, così che le maniche penzolavano come moncherini senza vita. Le scarpe, lucide e intonse sebbene avesse piovuto prima dell’inizio delle proiezioni, creavano quasi un alone di luce che nessuno osava disturbare. Gli uomini intorno a lui erano in numero di sette. Tutti sposati. Tranne uno. E quest’uomo era quello più silenzioso, ancora non aveva fatto il minimo commento sul film, sugli attori, sulla protagonista, sulla trama, sulla fotografia, su niente. Se ne stava zitto, immobile, quasi in disparte, ma non per questo si poteva dire fosse un personaggio esterno al gruppo. Si chiamava Federico. Il nome andava detto al completo. Nessuno mai lo chiamava Fe’, Fede o altro, non aveva diminutivi, soprannomi, niente, solo Federico.

Tutti gli articoli sono pubblicati sotto licenza Creative Commons salvo diversa indicazione. Maggiori informazioni in merito https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/

NORME REDAZIONALI

Il testo proposto, in lingua italiana o tedesca, lunghezza massima di 30 mila battute per i saggi, 12 mila per i racconti, deve essere corredato da un breve abstract in lingua inglese (massimo 900 battute) e da una sintetica biografia dell’autore/autrice (massimo 300 battute).

1. Formati di testo

Formato
Il testo può essere inviato alla redazione nei formati comuni dei programmi di scrittura (doc, docx, odt).

Carattere, corpo del testo, paragrafo
Il carattere preferibile è Garamond, corpo 12. Il paragrafo sarà con interlinea singola e giustificazione (la sillabazione sarà a cura della redazione), nessun rientro a eccezione delle citazioni che superano le tre righe. Il testo greco va scritto in Times New Roman.

Va­rian­ti ­gra­fi­che
Corsivo: è riservato ai titoli di libri, articoli e ai termini stranieri, esclusi quelli d’uso comune.
Grassetto: per sottotitoli del saggio, non nel testo

Maiuscole / minuscole
Attenersi alla massima uniformità cercando di ridurre le maiuscole all’essenziale evitandole quando non significanti. In ogni caso, una volta compiuta una scelta, essa deve essere rispettata rigorosamente in tutto l’articolo.

Testo incolonnato
Nel caso in cui occorra presentare un testo su due colonne (ad es. versi in altra lingua affiancati da traduzione) si dovrà usare una tabella e non il tasto di tabulazione.

Zum Bei­spiel... Ad esem­pio...

Citazioni (v. 4.)

Note
Le note sono a piè di pagina e a esponente, secondo il formato standard del programma di scrittura. L’esponente della nota va inserito, senza spazi, dopo il termine interessato. Se segue un segno di punteggiatura l’esponente si pospone (esempi: Si tratta di una formula,2 più volte discussa.3 «Sono solo formule.»4). Per i riferimenti autoriali si prega di usare il sistema “all’americana” con cognome dell’autore che rimanda alla bibliografia. Il numero di pagina può essere inserito senza scrivere p. o pag. (cfr. Autore 2008, 25). Anche i link vanno inseriti come note.

2. Immagini

Invio
L’immagine va inviata separatamente e non inserita nel testo. Sarà cura della redazione inserire le immagini seguendo le indicazioni degli autori.

Formato, dimensioni
L’immagine potrà essere nei formati comuni (jpg, tiff, ecc). Dimensioni del file: risoluzioni 300 dpi, massimo 3 MB.

Numerazione
Una serie di immagini da inserire va numerata nel nome del file e secondo l’ordine desiderato ad es.: gitanti.jpg, lago.jpg, colle.jpg, vanno rinominati in: 01 gitanti.jpg, 02 lago.jpg, 03 colle.jpg, ecc. Nel testo invece si indicherà la posizione dell’immagine seguendo la numerazione, tra parentesi, così: (Fig. 1 gitanti) (Fig. 2 lago) ecc.

Didascalie
Le didascalie vanno inserite nel testo tra parentesi, accanto al riferimento di immagine in questo modo: (Fig. 1 – gitanti) (Dida: Delacroix, Gitanti in barca, 1889).

3. Punteggiatura

Accentazione
Si prega di rispettare la distinzione fra gli accenti gravi: cioè, è, sarà, lassù… e quelli acuti: né, sé, perché, affinché, poiché, giacché... Inoltre: È e non: E’.

Virgolette
Servirsi preferibilmente delle virgolette «caporali», mentre: «le virgolette “ad apice doppio” si possono usare all’interno delle citazioni».

Spazi
Dopo un segno di punteggiatura occorre sempre inserire uno spazio, esempi: non A.Manzoni ma A. Manzoni. Fanno eccezione i casi di parentesi aperte (esempio uno); o virgolette aperte «esempio due»; oppure doppia iniziale puntata: J.M. Keynes, a.C. o c.d., e simili. Due (o più) segni di punteggiatura consecutivi si scrivono uniti, ad es.: ecc.; oppure in chiusura di virgolette come in «esempio»; o parentesi (altro esempio); o anche in casi rari come: Devo proprio dirtelo «Vattene!»?

Trattini
Trattino breve (-), da usare solo per le parole composte: video-conferenza, treno Roma-Bari. 1885-87, ecc.; trattino medio (–), da usare per evidenziare incisi.

Parentesi quadre
Solo per riferimenti extratestuali come [N.d.T: ...], [N.d.A: ...] e per gli omissis […].

4. Citazioni normali e fuori corpo

Le citazioni brevi si inseriscono normalmente nel testo, con il medesimo carattere, tra virgolette basse, così: «Si definiscono fuori corpo le citazioni riportate come inserti distinti dal testo corrente [...]» (Lesina 2014, 250). Quando il passo citato supera le 3 righe, occorre andare a capo, inserire linea vuota, rientro a sinistra di 0,5 cm, ridurre in corpo 10, infine linea vuota. In questo caso non servono le virgolette. Esempio:

Si definiscono fuori corpo le citazioni riportate come inserti distinti dal testo corrente, normalmente rientrati rispetto ai margini della pagina […]. Per le citazioni fuori corpo non è necessario l’uso delle virgolette. (Lesina 2014, 250)

Queste citazioni rimandano alla bibliografia mediante riferimenti tra parentesi: Cognome autore e anno del testo citato, numero di pagina. Nei casi di più opere dello stesso autore uscite nel medesimo anno, si possono distinguere con lettera e ordine alfabetico. Es.: (Lesina 2014 a, 250) (Lesina 2014 b, 24).

Autori greci e latini
Per la citazione da autori greci si seguono di norma le abbreviazioni del Liddell-Scott, per gli autori latini quelle dell’Indice del Thesaurus linguae Latinae. Per tutti gli autori, sia greci che latini, le indicazioni di libri e capitoli vanno in cifre arabe, separate da virgole. Esempio: Thuc. 1, 2, 1 = Thuc. libro I, cap. 2, § I.

5. Bibliografia

La bibliografia verrà inserita a fine articolo, all’americana. Si avranno in successione: cognome autore/i (o curatore/i) seguiti dal nome intero, in formato Maiuscoletto (o normale), l’eventuale indicazione tra parentesi: (a cura di) seguita da virgola, poi l’anno di pubblicazione tra parentesi, il titolo in corsivo, il luogo di edizione, l’editore.

Esempi:
Lesina Roberto (2014), Nuovo manuale di stile, Bologna, Zanichelli. (Oppure normale: Lesina Roberto (2014), ecc.)
Mori Massimo (a cura di), (2002), Filosofi tedeschi a confronto, Bologna, Il Mulino. (Oppure: Mori Massimo (a cura di), (2002), ecc.)

Spe­ci­fi­che:

  • Lingua di pubblicazione: I dati vanno citati nella lingua in cui è pubblicato il testo: se si cita un volume non italiano pubblicato da un curatore, la dicitura «a cura di» diventerà «(éd.) o (éds.)» per i volumi in francese; «(ed.) o (eds.)» per i volumi in inglese; «(Hrsg.)» per quelli in tedesco.
  • Autori vari: se gli autori sono fino a tre, citarli tutti di seguito inframezzati da virgola, se sono di più si mantiene il primo autore seguito dall’indicazione: et al. quando uno stesso autore viene riportato più di una volta, viene ripetuto)
  • Riviste: Quando lo scritto cui si fa riferimento è inserito in una rivista, al titolo in corsivo seguirà la virgola, il “nome della rivista” tra virgolette a doppio apice, l’annata del fascicolo, l’eventuale indicazione di pagina.
  • Riedizioni: si indicano con numero arabo in esponente accanto all’anno.
  • Traduzioni / Originali: All’opera riportata in versione originale (non in traduzione) può far seguito l’indicazione della traduzione italiana oppure, viceversa, all’edizione italiana può seguire l’indicazione della versione in lingua originale.
  • Atti: gli atti dei convegni, congressi si considerano come libri e vanno quindi in corsivo; gli atti di società, istituzioni, ministeri a cadenza periodica si assimilano alle riviste e vanno in tondo tra doppi apici.

6. Segnalazioni

Il titolo della segnalazione è composto dal nome dell’autore, dal titolo del libro, dalla città, dall’editore e dalla data, tutti separati da virgole; nome e cognome dell’autore della recensione seguono tra parentesi. Non sono ammesse le note.

7. Interviste

Nelle interviste la presentazione deve essere scritta in corsivo, domande e risposte non in corsivo.

8. Abbreviazioni

Il ri­cor­so alle ab­bre­via­zio­ni è ob­bli­ga­to­rio nel­l’ap­pa­ra­to di note. At­te­ner­si, per quel­le qui ru­bri­ca­te, alle forme sug­ge­ri­te. Di norma, il plu­ra­le si ot­tie­ne rad­dop­pian­do l’ul­ti­ma con­so­nan­te.
Esem­pi: artt. = ar­ti­co­li; a.C. = avan­ti Cri­sto; ad es. = ad esem­pio; Bd. = Band; ca. = circa; cap. = ca­pi­to­lo; cfr. = con­fron­ta; cit. = ci­ta­to; d.C. = dopo Cri­sto; ecc. = ec­ce­te­ra; éd. = édi­tion, édi­teur; ed. = edi­zio­ne, edi­tion, Edi­tor, edi­tioedi­tor; éds. = édi­teurs; eds. = Edi­torset al. = et alii (c.​vo); fig. = fi­gu­ra; Hrsg. = He­rau­sge­ber; Ibid. = Ibi­dem (c.​vo); Id., Ead. = Idem, Eadem; n. = nota; N.d.A. = nota del­l’au­to­re; N.d.C. = nota del cu­ra­to­re; N.d.T. = nota del tra­dut­to­re; in ge­ne­re non serve scri­ve­re p. e pp. per in­di­ca­re i nu­me­ri di pa­gi­na; p. es. = per esem­pio; s. e ss.= se­guen­te e se­guen­ti (e non seg. e segg.); t. = tomo; trad. = tra­du­zio­ne.