Fisches Nachtgesang (1905), one of the Galgenlieder by Christian Morgenstern (1871-1914), is a wordless poem composed only of the short and long syllable signs of classical metric. It is considered one of the earliest examples of modern visual poetry. The signs, dumb as fish, are arranged so that the form of the poem, a kind of calligram, has the elongated appearance of the fish. According to some, the semicircles evoke the idea of fish scales; the convex ones would allude to the moon reflecting in the water to inspire the fish’s night song. This poem, which falls into the nonsense genre, would not seem to lend itself to translation. However, against all logic, some translations, and even performance readings (one, it seems, performed by the author himself), have been made (risky) as nonsense play.
1946. Scrittore e poeta visivo, dirige la rivista “Nuova Tèchne”. Membro dell’OpLePo (Opificio di Letteratura Potenziale), è autore di curiose enciclopedie per Zanichelli e Quodlibet. Suoi racconti sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo. Collabora alla “Domenica de il Sole 24 ore”.
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Albani Paolo (2019), Traduzione da lingue inventate, “Quaderni di Babel”, 14a edizione del Festival Babel di letteratura e traduzione, Bellinzona 12-15 settembre 2019, edizione intitolata Non parlerai la mia lingua, dedicata alle lingue inventate
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