[Walter Giorelli, Il sorriso dell’obice. Un pittore italiano alla Grande Guerra, a cura di Dario Malini, Mursia, 2011]
Richiamato nel giugno del 1915, dopo un periodo di addestramento a Bologna e a Cividale del Friuli, Walter Giorelli comincia la vita al fronte prima sotto il Sabotino e poi a Plava. Muore il 23 novembre del 1916, sepolto sotto un ricovero che il fuoco del nemico e la pioggia incessante hanno reso insicuro. Ha ventidue anni.
Scrive dal fronte:
Il sibilo delle granate fa pensare a tante cose e, quando l’obice è scoppiato e ci ha lasciati interi, si sorride in un modo che adesso non so nemmeno ricordare […].Quando mi sento forte, rido della guerra, degli uomini, di tutto, e mi accorgo che il mio compito sta nel mettere a nudo la vita qual è, in faccia al mondo che è pieno di malsane idealità e di vacui sentimentalismi […]. L’arte mi trascina, mi avvinghia, e tutto, anche la guerra, mi pare ormai ridicolo e stravagante. L’unica cosa è ridere, ridere d’ogni cosa, ridere sempre e comunque per omnia saecula saeculorum.
Alcuni brani del testo letti da Carlo Fabiano si possono trovare al link:
http://www.artegrandeguerra.it/2011/05/vi-presentiamo-due-brani-tratti-dal-il.html